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LA BAMBOLINA

Racconti Italiani / No Comment / October 22, 2014

Mi ha incantata dal primo momento che l’ho vista. Dall’attimo in cui il mio sguardo si è posato su di lei, non son più riuscita a distoglierne gli occhi, catturati dalla perfezione delle sue forme, dalla sua aria assorta e rapita, dimentica del mondo. Stava lì, ferma, davanti a me che la contemplavo, la testa leggermente reclinata, gli occhi abbassati che scorrevano lentamente le pagine del libro, le labbra appena increspate per lo sforzo di concentrazione. Osservavo affascinata l’abito che le scivolava addosso, leggero e svolazzante in piccole pieghe che formavano una corolla intorno a quell’insieme perfetto.

 

Non mi stancavo di ammirarla e mi stupivo della gente intorno a me, che passava veloce, di fretta, senza uno sguardo per quella  creatura meravigliosa. A fatica mi sono staccata dalla sua visione e sono rientrata a casa. Ma non riuscivo a pensare ad altro. Ogni rumore, ogni suono mi giungeva attutito, ovattato, da lontano. Non riuscivo a concentrarmi sul presente, la cena in famiglia, gli occhi puntati su di me, inquisitori; io, generalmente così loquace, partecipe.

 

Non ho pensato ad altro per tutto il giorno successivo. Dovevo assolutamente ritrovarla, rivederla. Di corsa dopo l’ufficio, ripercorro la stessa strada e la ritrovo ancora lì, sembra non si sia mai mossa. Ora mi avvicino più cautamente, non voglio dare nell’occhio! E ammiro quella pelle color avorio, la bocca a cuore, il nasino impertinente leggermente all’insù e i capelli morbidamente raccolti come in un batuffolo che lascia sfuggire piccole ciocche ricce e ribelli. Attraverso il vetro sembra quasi risplendere. Devo prendere una decisione, non posso più trattenermi. Dopo cinque minuti esco dal negozio. E’ mia!

La serata è andata benissimo. Come al solito sono stata all’altezza della situazione; sono stata spiritosa e brillante; ho parlato, ascoltato, ammirato e di conseguenza sono stata ascoltata, ammirata e –  perché no? – corteggiata con riguardo e considerazione. Le persone che dovevamo incontrare hanno avuto stima e apprezzamento nei miei confronti, e questo ci darà un certo vantaggio sociale. Rientriamo stanchi e addormentati, ma possiamo rilassarci ora!

Mi sfilo lentamente le scarpe e poi i collant, faccio scivolare la bella gonna di organza aderente, il toppino nero di morbido velluto che sembra disegnato sulla mia figura; tolgo gli anelli, la preziosa collana che faceva bella mostra di se’ e ravvivava il mio decolleté; mi avvio lentamente in bagno per struccarmi. Ma invece di lavarmi il viso riapplico il fondo tinta, aggiungo una riga nera sotto agli occhi, ritocco il rossetto e mi guardo allo specchio. Sì, sono una maschera, è tutto una maschera, non c’è spontaneità, vita, in quello che faccio; sono un congegno ben oliato.

Sento russare nell’altra stanza, lui si è già addormentato, soddisfatto della brillante prestazione che abbiamo dato.

Questa volta mi strucco davvero, con calma; poi vado a sedermi di fronte a lei.

Fa bella mostra di se’ sul tavolino ‘800, regalo di nozze dei miei genitori.

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La osservo, come da tanti giorni ormai, così uguale e così diversa da me. Intagliata in un unico blocco di marmo di Carrara, risplende anche solamente alla debole luce dei lampioni che proviene dalla strada.

La osservo e so che non potrà mai uscire, espandersi, librarsi, ma ogni tratto del suo volto è vivo, esprime sentimento. Puoi intravedere in lei, di volta in volta, stupore, contemplazione, indifferenza, passione.

 

L’accarezzo. Al contatto non è fredda come potrebbe sembrare, come sento invece essere le mie mani, gelide al suo confronto. Sono forse di marmo anch’io? Non sono anch’io disegnata entro contorni ben precisi, che non lasciano spazio al movimento? Non sono anch’io esposta in bella mostra alla vista di tutti? Non esibisco sempre la stessa maschera di perfezione eterna? Non mi sarà dato di vivere e provare quelle emozioni, contatti, pensieri che esseri meravigliosi hanno saputo trasformare in musica sublime, pagine ispirate, arte somma? Noi aneliamo alla perfezione! Ma quale perfezione può essere migliore dello sguardo incantato di un bambino, della vista di due innamorati, della tenerezza dell’ abbraccio di una coppia di anziani?

Mi infilo sotto le coperte, so che anche questa notte non riuscirò a dormire, e al mattino cercherò in ogni angolo della città un segno, un indizio, una traccia che mi faccia sperare che per me inizi a sbocciare una nuova vita, che  ora non mi è data di vivere.

 

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