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LE MIE IMPRESSIONI SULL’ ETIOPIA

Prima di partire alla scoperta del Paese vogliamo avere una breve introduzione sulla storia e la cultura del Paese. Quindi visitiamo il Museo Nazionale di Addis Abeba, dove si trova il famoso scheletro di Lucy (rinvenuto in Afar e risalente a più  di 3 milioni di anni fa) e il Museo Etnografico, con i suoi interessantissimi costumi, gioielli e oggetti di culto delle diverse etnie.

Trascorriamo la prima sera dopo il nostro arrivo alla galleria Makush, dove diversi artisti locali espongono le loro opere; alcune sono veramente molto interessanti. Mentre valutiamo la possibilità di ritornare prima della nostra partenza e comprare alcune tele, notiamo il ristorante annesso e decidiamo di cenare li’; scopriamo con piacere che sia il cibo che la birra locali sono molto buoni.

the road leading to Dessie, Ethiopia

the scenery mountain road from Addis Abeba to Dessie

La mattina successiva partiamo prestissimo. Fin dai primi chilometri fuori città la vista è spettacolare; ci sono tornanti in salita che ci aprono alla vista grandi vallate; dall’alto ammiriamo un paesaggio stupendo. Purtroppo a meta’ mattina sale un po’ di nebbia e non riusciamo ad arrivare al punto panoramico sulle montagne di Wollo. Riprendiamo quindi la nostra strada, dopo aver pranzato in un albergo molto carino, a Debre Birhan, che serve cucina italiana buonissima. Arrivati a Senbete troviamo uno dei mercati più grandi di tutta l’Etiopia con una innumerevole presenza di etnie diverse come gli Omoro, gli Amhara, gli Afar, I Wolayta Sono colpita in particolare dai Wolayta le cui donne indossano vestiti a sfondo nero e inserti gialli. i vestiti sono scollati e portano sempre una croce visibile sul petto.. Vedo anche molte belle ragazze Afar, che però non desiderano essere fotografate.

Bright and vivid colors of women clothes, Ethiopia

A woman catches the attention with her colorful clothes.

Vitamin C to keep you healthy

a visit to the local market in Senbete

In seguito percorriamo un altro lungo tratto in auto e troviamo di nuovo un bellissimo scenario.

busy day at Bati market, Ethiopia

the trading area for camels in Bati Market, Ethiopia

Il secondo giorno il nostro itinerario ci porta a Bati; il mercato è affollatissimo; vengono scambiati dromedari buoi, capre e tanti altri animali domestici; le trattative per il prezzo sono lunghe e snervanti e avvengono di continuo. Passiamo lì tutta la mattina e ci riempiamo gli occhi, il cuore e i polmoni di questi colori e aromi inusuali. Ci dicono sia il mercante più grande di tutta l’Africa; arrivano anche dai Paesi vicini in questa zona del mercato dedicata agli scambi di animali; la presenza e’ principalmente maschile; le donne vendono frutta e verdura in un’altra parte del mercato.

Weekly market in Bati, Ethiopia

Fruit and vegetable market in Bati

E’ una fantasmagoria di colori abbacinante. Qui incontriamo la guida Johannes, che ci accompagna in questo immenso dedalo di viuzze per non perderci. Ci spiega che in questo villaggio sia musulmani che cristiani vivono insieme in modo molto armonico. L’unica differenza e’ nel velo che copre i capelli..

Quando riprendiamo la strada che ci porterà a Lalibela, notiamo le enormi distese dei campi coltivati. I raccolti sono soprattutto canna da zucchero, banane, mais, ma quello che viene coltivato principalmente è il teff, un cereale senza glutine, che servirà a fare l’ injera, l’equivalente del nostro pane.

teff crops during harvest season

a family busy separating the grain head from the straw

E’ uno dei cereali più nutrienti  e digeribili; è da sempre conosciuto per contenere elevate quantità di ferro. Ci fermiamo moltissime volte per fare foto, perché è stupefacente vedere come gli agricoltori , coi loro forconi, lanciano in aria con maestria piccolo covoni per separare il germe dalla buccia. E’ uno spettacolo incredibile.

Al nostro arrivo a Lalibela, la sera, scopriamo con nostro grande piacere un albergo molto carino: il Tukul village, costituito da tante capanne, tonde e ben arredate. Da qui si può tranquillamente passeggiare nel paese e si può anche arrivare vicino alle chiese rupestri. Quando la mattina le osserviamo da vicino scopriamo pero’, con un certo disappunto, che alcune di queste sono coperte da lastre metalliche o di alluminio, il motivo principale e’ proteggerle dalle condizioni atmosferiche.…. Riusciamo a visitare la chiesa di Biete Giyorgis al tramonto ed è un’ idea riuscitissima, in quanto la calda luce solare forma un tono rosso acceso il terreno attorno alla chiesa, dando un effetto molto spettacolare. La nostra guida Terry e’ stato bravissimo nel darci molte informazioni sulla storia di queste chiese. Sono tutte collegate da stretti passaggi e cunicoli tra le rocce. Lalibela e’ considerate La Gerusalemme Africana ed e’ patrimonio dell’Unesco.

Nel pomeriggio, a un’ora d’auto da Lalibela, facciamo una escursione alla Yemrehane Kristos Cave Church, dell’XI secolo, in roccia e legno.

Terminata la nostra visita di due giorni, ci addentriamo all’interno per una strada secondaria che passa per Korem, per raggiungere Makale’.    È stata una scelta molto felice, in

quanto i locali sono poco abituati ai turisti ed erano molto curiosi e sorridenti.   Il panorama anche qui è stupendo; arrivando nei pressi di Sekota i campi coltivati si perdono a vista d’occhio; intere famiglie raccolgono i loro prodotti. Osserviamo una vita che per noi è quasi dimenticata. Ora la strada sale e scende di continuo mentre ci avviciniamo alle montagne. We never get tired of traveling in Ethiopia. The views are always fantastic.

 

 

 

Ethiopia - an enchanting land

one of the most dramatic scenery in Ethiopia: “The Teeth of Adwa”

Il giallo dei campi crea un forte contrasto con il verde della vegetazione; siamo a piu’ di 3000m di altezza. La strada da percorrere fino a Makalle è sempre molto scenica.

Dopo la sosta a Mekele ci dirigiamo verso Nord, dove visitiamo alcune chiese del Tigrai: Wukro Chirkos, Abreha we Atsbeha, circondata da rossi dirupi, e la moschea Negash. Dopo queste visite riusciamo ad arrivare per il tramonto al Gheralta Lodge, che si trova su un altopiano che domina la vallata; anche qui la vista e’ spettacolare. Il giorno successivo torniamo a vedere altre chiese molto interessanti, nascoste in passaggi tra le montagne e difficilmente accessibili senza una guida.

Gheralta Lodge - Sunset

Not easy to forget those moments on the top of the hill at Gheralta Lodge

La nostra meta successive ci porta verso Axum, ma prima visitiamo la chiesa di Pietro-Paolo, che ha una ripidissima scala di legno per arrivare all’entrata. Gli affreschi all’interno sono ancora molto vividi e conservati veramente molto bene. La prossima fermata e’ Medhane Alem Adi Kasho, sulla strada per Adua, dove sostiamo per il pranzo. Nel pomeriggio arriviamo nei pressi del Monastero di Debre Damo, nascosto in una caverna in mezzo alla montagna. Dai piedi del costone roccioso i fedeli che vogliono entrare nella Chiesa e pregare vengono issati con funi dai monaci. Solo agli uomini e’ permessa l’entrata.

Debre Damos Monastery

The ascent to Debre Damo Monastery hidden in the cliff.

Questi monaci vivono ancora in completo isolamento.

il percorso che si snoda davanti ai nostri occhi e’ sempre piu’ bello e ci riporta sulla strada di Adua in direzione di Axum.

Qui visitiamo il Museo, molto interessante, e il palazzo della regina di Saba. Le rovine sono state recentemente restaurate.   Nelle vicinanze si trova un sito con piccole steli, sotto le quali si celano delle tombe sotterranee. Per andare al Parco delle steli si passa davanti ai Bagni della Regina, una grande piscine all’aperto che dona refrigerio ai locali durante il periodo torrido. Il parco delle steli ha una ventina di obelischi, alcuni caduti, che una volta svettavano verso il cielo. Secondo la nostra guida ci sono ancora un migliaio di steli che aspettano di essere portate alla luce. Anche ad Axum ci sono chiese visitabili solo dagli uomini, come quella di Santa Maria di Zion.

Per terminare in bellezza la prima parte del viaggio ci siamo concessi una lunga pausa per la cerimonia del caffè, una delle principali forme di socializzazione in Etiopia.

the art of coffee making

after roasting the coffee beans you crash them very finely to release the aroma that makes Ethiopian cup of coffee an artistic ceremony

I chicchi vengono tostati su un piccolo braciere e poi il caffè viene macinato con mortaio e pestello; in seguito viene versato insieme all’acqua e fatto bollire insieme ad aromi come lo zenzero. E’ un vero e proprio rito che può durare anche due ore, simbolo di ospitalità. E’ buona educazione accettarne almeno due tazze.